Migranti arrestati per aver minacciato l’equipaggio – Saranno accusati di pirateria marittima

Dopo essere stati soccorsi nel tentativo di raggiungere le Canarie, alcuni migranti hanno minacciato l'equipaggio
incident VOS PACE

Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre, la nave da supporto per operazioni in piattaforma di bandiera olandese VOS PACE soccorre due imbarcazioni di migranti nelle acque tra il Marocco e le Canarie. I migranti, circa 80 persone, sono per lo più di origine magrebina e sub-Sahariana. Il centro di salvataggio marittimo marocchino, con base a Rabat, indirizza la nave verso la città marocchina di Tan-Tan, allo scopo di far sbarcare i migranti.

Questi invece, avevano come loro obiettivo quello di raggiungere le isole spagnole dove poter chiedere asilo. Capendo la situazione, 9 migranti decidono di ‘ammutinarsi’ e minacciano con dei coltelli l’equipaggio per costringerlo a invertire la rotta e a dirigersi verso le Canarie. L’equipaggio, dopo essersi consultato con le autorità spagnole, si adegua alla richiesta dei migranti facendo rotta verso Puerto de Rosario nell’isola di Lanzarote. Non appena arrivati in porto, la Guardia Civil arresta i ‘dirottatori’ mettendo così in sicurezza la nave. Fortunatamente l’evento si conclude senza registrare episodi di violenza nei confronti dell’equipaggio. I 9 migranti ora rischiano di essere accusati di pirateria marittima, un crimine che in Spagna prevede almeno 10 anni di reclusione.

Non è la prima volta che migranti salvati in mare o clandestini trovati a bordo mettono in pericolo con le loro azioni una nave e il suo equipaggio. Recentemente si ricorda il caso della GALATA SEAWAYS, dove il 1º Reggimento San Marco della Marina Militare è dovuto intervenire a seguito di una richiesta di aiuto dell’equipaggio messo in difficoltà dalla presenza di clandestini a bordo. Erano infatti stati scoperti 15 clandestini, alcuni muniti di armi da taglio, e la situazione stava diventando sempre più rischiosa. Anche in questo caso, l’equipaggio ha agito correttamente chiamando i soccorsi per evitare che la situazione potesse degenerare.

Altro evento di rilievo è quello accaduto nel dicembre del 2018, quando 4 clandestini furono scoperti a bordo della nave portacontainer di bandiera italiana GRANDE TEMA mentre era diretta al porto di Tilbury in Inghilterra. Dopo il rifiuto da parte dell’equipaggio di avvicinarsi alle coste inglesi, i clandestini iniziarono con le minacce. La situazione si risolse con l’intervento di una squadra dello Special Boat Services (SBS) della Royal Navy che arrestò i clandestini.

Ancora, nel novembre 2020, una situazione simile si verifica a bordo della nave di bandiera liberiana NAVE ANDROMEDA dove le richieste dei sette clandestini ritrovati a bordo rendono necessario l’intervento dello SBS britannico al fine di evitare una pericolosa escalation di violenza.

Ma non sono solo gli equipaggi delle navi di commercio a rischiare. Recentemente la guardia costiera tunisina è stata presa a sassate e minacciata con armi da taglio da migranti diretti a Lampedusa su un barcone. Per i migranti, infatti, il salvataggio da parte della guardia costiera significa spesso essere riportati al punto di partenza, vedendo così vanificato il progetto di trasferirsi in paesi che possono garantire loro un futuro migliore.

Incidenti registarti negli ultimi 12 mesi
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Sebbene non sempre la presenza di clandestini o migranti a bordo sfoci in atti di violenza o comunque in situazioni rischiose per l’equipaggio, queste rimangono evenienze possibili se non vengono attuati opportuni accorgimenti. Il costante aumento dei flussi migratori in determinate aree e la facilità con cui si riescono a eludere i controlli in alcuni porti, espone sempre di più gli equipaggi a queste tipologie di rischio.

Nel corso degli ultimi 12 mesi, oltre il 25% degli eventi di sicurezza marittima registrati sulla piattaforma M.A.R.E.™ (Maritime Analysis & Risk Evaluation) hanno riguardato eventi legati ai flussi migratori, rappresentando di fatto la fenomenologia di maggior volume tra quelle monitorate. Tra le zone prevalentemente interessate dal fenomeno si annoverano: nei Caraibi la zona dello stretto della Florida e il canale della Mona, in Africa occidentale le acque tra il continente e Capo Verde o le isole Canarie, nel Mar Mediterraneo, il triangolo di mare tra la Tunisia, la Libia e il sud Italia nonché più a est nelle acque Greche, Turche e Cipriote.

Oltre a queste, esistono a livello globale numerose microaree anch’esse interessate dai fenomeni migratori via mare, aree di minor impatto mediatico anche in ragione dei minori volumi registrati. Tra queste consideriamo lo stretto di Bab el-Mandeb, la zona del Golfo dell’Oman, lo stretto di Palk e aree limitrofe tra Sri Lanka e India e varie altre realtà del sudest asiatico e Oceania. Più recentemente, inoltre, a seguito del concretizzarsi della Brexit, anche il Canale della Manica ha visto crescere in maniera esponenziale il numero di intercettazioni di barconi di migranti.

Confronto incidenti
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Dati degli ultimi 12 mesi estratti da M.A.R.E.™ (Maritime Analysis & Risk Evaluation)

Per quanto riguarda il fenomeno dei clandestini a bordo, dati specifici sono spesso difficili da reperire. Gli armatori e le autorità portuali, infatti, tendono a mantenere molto riserbo sul tema per ovvie ragioni. A livello globale, negli ultimi 10 anni, in media sono stati registrati circa 1400 eventi l’anno. Questi hanno origine prevalentemente nei porti africani di paesi come la Nigeria o il Marocco ma esiste un trend in crescita anche in alcuni paesi del continente europeo, tra cui la Grecia e la Turchia.

Nel caso in cui un equipaggio si dovesse trovare a soccorre migranti o scoprisse clandestini a bordo, è bene che sappia preventivamente cosa aspettarsi e come comportarsi così da poter garantire sia la propria sicurezza che quella dei loro ospiti. Non tutti i migranti o clandestini potranno essere gestiti allo stesso modo.

La componente culturale è un parametro fondamentale da prendere in considerazione ad esempio. Grande attenzione deve essere inoltre data alla comunicazione o alla gestione degli spazi a bordo. Vi è inoltre tutta la parte legata alla prevenzione che può aiutare notevolmente gli equipaggi con formazione ad hoc, consapevolezza dei rischi, servizi di ricerca clandestini a bordo e varie altre attività finalizzate alla preparazione del personale navigante. Investire nella formazione dell’equipaggio è essenziale per mitigare queste situazioni, soprattutto quando viene pianificata una rotta dove la probabilità di imbattersi in questi fenomeni è maggiore. A tal proposito, è sempre consigliabile tenersi aggiornati sugli ultimi sviluppi dei fenomeni geopolitici o eventualmente affidarsi a valutazioni professionali in merito alle aree interessate.

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